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Vito Avarello alla "XX Settembre"

Nelle figure,  il colore dai toni brillanti si fa al quanto più cupo: è l'espressione di un qualcosa di interiore che a noi non dispiace come è espresso.

Critica di Lino Lazzari apparsa su "L'eco di Bergamo" l'11/04/1975.

Il pittore Siciliano Vito Avarello si presenta per la prima volta a Bergamo con una mostra di quadri ad olio e disegni. La sua personale è esposta alla galleria d'arte "XX Settembre". Abbiamo avuto l'impressione che il pittore dimostri una certa timidezza, forse il timore di non essere compreso. Eppure i suoi quadri e maggiormente i suoi disegni, rivelano una preparazione attenta che gli viene sì dall scuole d'arti di Siracusa e Palermo ma che gli si è sviluppata gradatamente fino a dargli un'eperenza che se non è a ancora del tutto matura lo si deve soltanto dal fatto che egli ha appena 27 anni. A parte questo, Vito Avarello ha delle buoni doti, possiede ormai la sua personalità, una bella e facile predisposizione al disegno, un gusto sentito nel colore.

La sua terra di Sicilia prorompe in tutta la vemenza del suo cromatismo e della sua luce. E' impossibile fare diversamente.

Allo stesso modo nelle figure, dove il colore dai toni brillanti si fa al quanto più cupo. E' l'espressione di un qualcosa di interiore che in Sicilia gli abitanti notano sicuramente e che a noi non dispiace come è espresso. Anche se in generale vorremmo che Vito Avarello, pur non abbandonando questa sua cromatica sincera, lasciasse agli accostamenti tonali più spazio per una sequela di passagi che finirebbero per diventare più armonici nell'insieme del quadro.

Molto belli i disegni in bianco e nero. Qui Vito Avarello dimastra una mano sicura e una sensibilità ancora più delicata. E qui i toni rispecchiano davvero l'intento di una composizione più melodica. Nulla è fuori posto e nulla è improvvisato. Ben riusciti i paesaggi e le figure. Si vede che 'impegno non manca e che la volontà è ben decisa. Il che depone tutto a favore di questo artista Siciliano.

DON LINO LAZZARI - DIRETTORE E CRITICO D'ARTE DELL'ECO DI BERGAMO - 11 ARILE 1975